Accademia d’Arte della terza età?
Ieri c’è stata l’inaugurazione dell’anno Accademico numero 401 dell’Università di Cagliari, inaugurazione presenziata dalla ministra dell’Università Maria Cristina Massa, ospite del rettore Francesco Mola.
La ministra ha ragionato sul record dell’abbandono scolastico, in quest’isola il più alto d’Europa, sostenendo che ci sia la necessità d’alimentare prospettive e opportunità di lavoro.
Soltanto il dieci per cento di quei pochi che riescono a laurearsi vengono assorbiti dal mercato del lavoro isolano.
Possibile che non si veda e legga quanto l’assenza di pubblica Alta Formazione Artistica Cagliaritana determini questo collasso ingiustificabile?
Cagliari è l’unica città metropolitana, capoluogo di Regione e città turistica, priva d’Alta Formazione Artistica residente, non è già questo un dato ad alimentare la dispersione scolastica e a indebolire naturalmente la filiera produttiva e tutto l’indotto creativo del terziario locale?
Non è chiaro che senza Alta Formazione Artistica il territorio si priva naturalmente di tutte le professione creative del futuro e della loro messa a sistema culturale, che forza maggiore sosterrebbe l’indotto d’altre professionalità di settore?
Faccio qualche esempio banale?
Che Teatro futuro senza scenografi e costumisti?
Che storici dell’arte senza artisti figurativi?
Nessun cenno e nessuna relazione tra i fondi del PNRR e la pubblica istruzione artistica residente.
Eppure numeri e logica non sono un’opinione:
all’area metropolitana di riferimento dell’isola manca l’Alta Formazione Artistica, questo determina emigrazione giovanile, alimenta la dispersione scolastica e pone in forte criticità permanente tutto il settore produttivo artistico e culturale residente, non si esce da tutto questo con Il MUACC (Museo universitario per le arti e le culture contemporanee) la nuova istituzione culturale in seno all’Università degli Studi di Cagliari, perché è un Museo privo di giovani studenti residenti che l’arte la studino e la pratichino per tutelarla, conservarla e proteggerla, ma cosa si vuole fare della Cagliari del futuro?
Una fucina di studenti dell’Università della terza età, che studieranno il loro passato, per consegnarlo a turisti e vacanzieri distratti senza energie creative residenti da qui all’eternità?