Alessio Perra: La specificità della scultura isolana viaggia via Social Network.
Alessio Perra: La specificità della scultura isolana viaggia via Social Network.

Alessio, partiamo dal fatto che il tuo lavoro è fortemente radicato nella identità e nella cultura isolana.
Quanto i tuoi riferimenti simbolici li avverti come limiti e quanto come marcia in più?
Te lo chiedo perché spesso una certa idea di Scultura nell’isola è confinata ad “artigianato”, insomma le si nega la sua forte “contemporaneità”…
Beh!
Premetto che ho iniziato a scolpire poco meno di tre anni fa da improvvisato autodidatta, con un comunissimo picchetto per legno e un martello, stimolato dalla passione per le maschere della tradizione sarda.
Il fatto di aver scelto come pseudonimo “Maschere Sculture Sarde” , potrebbe indurre a pensare che vincolarsi alla tradizione e al simbolismo della nostra isola sia un limite, ma io credo che la Sardegna stessa, con le innumerevoli tradizioni che in essa sono racchiuse, sia un campo enorme sul quale passeggiare e pian piano scoprire le varie specie di fiori, alcuni con radici profonde, altri appena germogliati.
Abbiamo forti tradizioni carnevalesche, la trazione pastorale, profonde trazioni e feste religiose, e cosa più importante: una storia antica, purtroppo non da tutti conosciuta, ma ricca di simboli importanti, tutto questo nell’insieme, è una enorme fonte di ispirazione che non mi da tregua, dunque personalmente posso dire che non mi sento limitato dal simbolismo ma piuttosto da quelle che sono le capacità personali.
Per quanto riguarda l’artigianato potrei ripetere la famosa frase di San Francesco d’Assisi ( “chi lavora con le mani è un operaio “) , giusto per spiegare che, a mia opinione, molto fa ciò che uno scultore vuole essere, mi spiego meglio:
Se lo scopo di ciò che si crea è legato a voler per forza avere un tornaconto economico, ci si limita a produrre cose in serie, che se anche molto belle non ti danno la libertà di esprimere un sentimento più ampio, quello che nasce dall’ispirazione del momento.
Quello che a me dispiace è che ci sono molti che lavorano il legno, e che sono anche bravi, che fanno i mercatini coi gazebo nelle piazze e per pochi euro vendono le loro creazioni …
Questo, secondo me, è sminuire il proprio lavoro.
Io personalmente non penso sia importante vendere, ma piuttosto “far conoscere”, e tramite la scultura suscitare, in chi osserva, la curiosità per le tradizioni con le maschere, e condividere le emozioni che mi pervadono nel vedere la bellezza delle donne in costume sardo o una Dea madre, tutte cose che se pur antiche, hanno una forte contemporaneità perchè facilmente fruibili.

Moltissimi sono gli Scultori nell’isola in questo secolo, eppure la loro presenza nel territorio non sembra molto segnalata dalle istituzioni e dagli operatori culturali.
Mi sbaglio?
Vero, ci sono molti scultori, come ci sono molti ceramisti, molti pittori… mancano gli spazi, o meglio, quelli che ci sono costano e spesso sono mal gestiti…
Basta pensare che molti improvvisati curatori artistici chiedono diverse centinaia di euro per dare la possibilità di esporre e non sempre le iniziative che organizzano danno come tornaconto una visibilità adeguata.
Le istituzioni latitano anche perchè oggi tutto ha un costo è investire sull’arte non è una scelta che ripaga quanto una sagra gastronomica. Molto spesso è difficile stimolare la curiosità del pubblico, che a volte osserva timidamente della soglia di una sala dove si espone e teme di varcarla per paura di dover pagare il biglietto.
Insomma, per farsi conoscere, è brutto dirlo ma più facile utilizzare i social network e aspettare che chi è veramente interessato o incuriosito dalla scultura o dalle tradizioni ti segua e si interessi a ciò che fai.

Cosa rende la Scultura contemporanea nell’isola così specifica nell’identità e nei simboli rispetto a quanto avviene altrove?
Penso sia un fattore legato alla continuità delle trazioni, che non manca neppure altrove ma che qua in Sardegna ha nello specifico un fondamento poco influenzato da ciò che è la scultura classica, mi spiego:
Qui da noi non si tende a scolpire un “volto di donna”, ma piuttosto “un volto di donna sarda” e c’è una grossa differenza sul genere: per quanto entrambe possano essere belle (come sculture), la donna sarda è unica.
