Diario di un orientatore #Pula #Domus De Maria
“Nel mondo dei Licei, il Liceo Artistico è l’unico che consente durante il passaggio biennio-triennio di orientare la propria creatività verso il linguaggio dell’arte per il quale ci si sente più indirizzati naturalmente, non tutti i linguaggi dell’arte richiedono la stessa forma e tipologia d’intelligenza.
Lo studente del corso di Arti Figurative è molto diverso dallo studente del corso di Design o di Architettura e Ambiente, ha diversi media di lavoro, lo studente di Arti Figurative lavorerà con trespoli, cavalletti, colori, tavolozza, modello o modella vivente; lo studente di Architettura e Ambiente disegnerà con righe, squadrette, goniometri, compassi, sarà comunque un creativo ma con una intelligenza più logica, scientifica, matematica e razionale di uno studente di Arti figurative, perché progetterà spazi o oggetti razionali e funzionali all’uso e all’utilizzo che se ne farà (con un’organica attenzione all’estetica), lo studente di Arti Figurative sarà invece più intuitivo, espressivo ed umanistico nella sua ricerca pittorica e plastica, lo studente di Arti Figurative è quello che voi identificate come “quello che sa disegnare bene”, ma poniamo che voi dopo il biennio scopriate di non amare il Disegno tecnico geometrico che è alla base della progettazione dell’Architetto o del Designer e che scopriate per non essere portati per i linguaggi classici dell’arte, c’è allora la possibilità del corso di Grafica o di Audiovisivo e Multimediale.
Ragion per cui, se quando avete intenzione di disegnare un fenicottero rosa in volo, vi ritrovate davanti un disegno che sembra un cinghialetto in cinta raso al suolo, non disperate, è importante sapere pensare a quel cinghialetto in termini di comunicazione creativa grafica.
Pensate a proposito, alla copertina dell’ultimo album di Salmo, il rapper di Olbia (che ha frequentato un Liceo Artistico), so che l’avete tutti presente, quella copertina è il ritratto di Salmo fatto da un bambino di otto anni che non disegna di certo come Antonello da Messina, eppure dal punto di vista della comunicazione grafica è perfetto, perché tutti sappiamo disegnare o abbiamo disegnato così, perché si tratta di una forma riproducibile e modificabile su scala industriale e di un linguaggio che identifica una comunità, il grafico non cerca necessariamente la soluzione unica e originale, ma la soluzione fruibile che sappia disegnare una comunità di riferimento per questo o quel prodotto.”
Dal “Diario di un orientatore”, Pula, 16 Gennaio 2019

– Quali prospettive di lavoro offre questo percorso di studio?
Come si può non amare il lavoro che si fa?
La scelta di un percorso liceale o professionale dovrebbe avere sempre come fondamenta la tua passione, puoi immaginarti un musicista o un cantante che non ami la musica?







