Il sistema dell’arte nel 2006: Daniela D’Andrea
Mimmo:
Come si relaziona il tuo lavoro agli addetti ai lavori del sistema arte?
Daniela D’Andrea:
L’arte digitale rappresenta un nuova strada nel panorama artistico contemporaneo.
Davanti ad un lavoro creato TOTALMENTE al computer, c’è poca fiducia e conoscenza delle lunghe fasi di progettazione e di sviluppo.
Viviamo in un’epoca dove le tecnologie stanno prendendo il sopravvento, sostituendo ogni tecnica manuale, e io sento l’esigenza di voler emergere come artista direttamente proporzionale al mio tempo.
M:
Qualche curatore, critico o gallerista segue con interesse il tuo lavoro?
D:
Non ho ancora mai lavorato con nessun gallerista, curatore o critico in modo specifico.
Ho sempre cercato di gestire da sola i miei “prodotti”, non appoggiandomi a nessuno in particolare.
Vivendo in Sicilia, avverto di essere più isolata dal mercato e dal mondo dell’arte.
M:
Ti piacerebbe essere seguita da un gallerista?
D:
Forse potrebbe essere limitante per alcuni aspetti, per altri mi piacerebbe, potrebbe offrirmi maggiore visibilità e una possibile continuità nel tempo.
M:
Quanto è dura cercare quotidianamente autonomamente motivazioni produttive artistiche?
D:
Non è duro cercare motivazioni, amo quello che faccio.
Non ho bisogno di uno stimolo esterno è una necessità intrinseca che nasce da dentro.
Il mio modo naturale per esternare e comunicare al mondo ciò che sono e sento.
M:
Pensi sia un lavoro?
Immagini di potere vivere autonomamente solo con la tua arte senza protezioni?
D:
Il sogno di tutti è lavorare facendo qualcosa che si ama fare.
Coniugo un lavoro da impiegata in ufficio con studi ad indirizzo artistico.






