L’eterno umano è nella biologia dell’arte!
L’eterno umano è nella biologia dell’arte!
L’artista contemporaneo è sempre in battaglia, se non con gli altri con se stesso, è in battaglia per essere il padrone di casa della sua mente, genera nel nome di questo pensieri e processi concettuali, che possono essere piacevoli o spiacevoli, linguaggio che si muove, che è chiamato a filtrare e selezionare nel nome del sé.
La sintesi dei linguaggi dell’arte contemporanea, è nella non scissione tra bene e male, buono e cattivo, se c’è un’evoluzione linguistica dell’arte, questa fa capo esclusivamente alla coscienza, ma attenzione non è rivoluzione, la coscienza artistica non è (e non sarà) mai rivoluzionaria (perché non ambisce a imporsi a niente e a nessuno), ma sempre ribelle, proprio perché integra e completa bene e male in una visione sistemica d’insieme, che sappia essere umanamente comune.
Il tempo dei linguaggi dell’arte, si misura da sempre, mediante il loro movimento, il movimento del linguaggio dell’arte, è sempre sospeso tra qualcosa da terminare o che deve arrivare, il presente dell’arte è sempre fuori dal tempo, non è misurabile.
La contemporaneità dell’arte è un assoluto, la cellula del gesto del movimento artistico, si riproduce morendo, a gesto e processo compiuto e osservato.
La contemporaneità è un’intermediazione tra impulso passato e ostacolo futuro, la presenza dell’osservatore è il simbolo che rende il momento presente, umanamente eterno.