L’IRAN IN RIVOLTA!

L’IRAN IN RIVOLTA: COME RACCONTIAMO GLI ALTRI DICE TROPPO DI NOI STESSI
Chi segue l’informazione mainstream saprà che in Iran è in corso una rivolta che potrebbe trasformarsi in rivoluzione.
Fin qui la notizia è corretta.
Ma sono le motivazioni raccontateci dai media ad essere quanto meno dubbie:
secondo la narrazione ufficiale questi riot di massa sono dovuti all’obbligo del velo per le donne e allo strapotere della polizia religiosa sugli usi e costumi sessuali degli iraniani.
Secondo la narrazione mainstream insomma uno dei paesi islamici più popolati del mondo si infiamma per i diritti civili, in particolari i diritti delle donne di autodeterminarsi.
Dalla narrazione scompaiono completamente i fattori economici, demografici e dei mutamenti del welfare iraniano:
dall’altissimo tasso di disoccupazione giovanile, passando per la privatizzazione selvaggia della sanità fino ad un incipiente aumento demografico che si scontra con una scarsa redistribuzione delle ricchezze e una stagnazione del PIL.
Perchè la situazione economica dell’Iran non ci viene raccontata mentre viene dato grande risalto alla campagna per i diritti civili di alcuni attivisti iraniani?
Le risposte sono molteplici, e nessuna è rassicurante:
perché le condizioni economiche dell’Iran per molti versi potrebbero ricordare le nostre.
Perché dell’Iran sappiamo quanto ci arriva dai social (in particolare Instagram e TikTok), e su Instagram come sappiamo le discussioni sui diritti civili sono molto più adatte al mezzo rispetto che alle riflessioni sui problemi socio-economici.
Perché vogliamo creare empatia e immedesimazione con i rivoltosi iraniani, e quindi gli attribuiamo in buona fede motivazioni alla rivolta simili a quelle che muovono noi occidentali di classe media (che mugugnamo sull’aumento delle bollette ma ci mobilitiamo su Instagram per il bodyshaming).
Ovviamente come raccontiamo la rivolta, influenza come accoglieremo il risultato di un eventuale cambio di regime:
se la rivoluzione scoppia per la libertà dal velo e la libertà sessuale dalle costrizioni religiose, un eventuale nuovo governo che accogliesse queste istanze sarebbe ben accetto nelle nostre organizzazioni internazionali, dall’FMI passando per la NATO.
Un paese che al contrario si rivoltasse per la sanità pubblica e gratuita, l’equa distribuzione delle ricchezze, ecc sarebbe un paese non in linea con gli attuali valori e prassi dei grandi organismi internazionali occidentali.
E’ incredibile come in Occidente noi siamo bombardati dalle notizie del resto del mondo, ma queste notizie ci riportino un resto del mondo drammaticamente identico all’Occidente:
è come se noi fossimo l’alfa e l’omega dell’intera umanità, e il resto del mondo sapendolo non aspirasse ad altro che a diventare identico a noi.
Federico Leo Renzi

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