Ricordare Adriano Sorrentino, una vita tra interior design e grafica

Adriano Sorrentino è stato uno dei protagonisti dell‘interior design e della grafica in Sardegna tra gli anni settanta e novanta.

Adriano Sorrentino negli anni settanta, all’interno della boutique La Bon Bec di via Garibaldi a Cagliari

La sua recente scomparsa, il 15 marzo scorso,  è l’occasione per ricordare il suo lavoro – oggi custodito dagli eredi in un ricco archivio – in cui emerge la sua figura di professionista colto e appassionato, i cui esiti progettuali erano all’avanguardia per la nostra isola.

Adriano Sorrentino, infatti, fin dagli anni di formazione, che lo porteranno a diventare uno dei migliori allievi di Romano Antico (1930 – 1992), contribuisce alla rinascita dell’architettura sarda del secondo dopoguerra introducendo un nuovo linguaggio, quello dell’architettura organica, che Romano Antico, come l’altro grande progettista sardo degli anni sessanta e settanta, Luciano Deplano, aveva studiato dal vivo, recandosi negli Stati Uniti, in una sorta di pellegrinaggio, per visitare le architetture di Frank Lloyd Wright. Antico, Deplano e i loro allievi come Adriano Sorrentino ebbero il grande merito di portare una nuova linfa  – quella del già citato Wright, ma anche Louis Khan e, in Italia, Carlo Scarpa – in una Sardegna che era stata sostanzialmente influenzata dalle due figure di progettisti, spesso rivali, della prima metà del novecento: Ubaldo Badas e Salvatore Rattu, il primo più affine a Piero Portaluppi, il secondo decisamente più ortodosso rispetto al razionalismo di Giuseppe Terragni.

Adriano Sorrentino era nato il 23 giugno del 1942 nel centro minerario di Montevecchio, al quale sarà legato per tutta la vita da un rapporto di profonda nostalgia e attaccamento viscerale. Intraprende a Cagliari studi tecnico-scientifici, con una specializzazione in Scienza delle costruzioni.
Al suo lavoro presso la Sovrintendenza Regionale della Sardegna per l’edilizia scolastica, associa ben presto quella di libero professionista, come collaboratore e progettista, a Cagliari, dello studio di Ingegneria e Architettura, coordinato con studi affiliati a Roma e Bruxelles, di Romano Antico, che considererà sempre il suo maestro, e cui era legato non solo da reciproca stima professionale, ma anche da un profondo affetto.Quando la sua attività proseguirà autonomamente – anche con il fratello Marco, compianto progettista – per oltre quarant’anni, nel proprio studio professionale specializzato in Architettura di interni, Adriano Sorrentino non mancherà di ricordare con riconoscenza gli insegnamenti di Romano Antico: la cura maniacale dei dettagli, l’amore per i materiali pregiati e no, la valorizzazione delle maestranze, della tradizione artigianale nelle tecniche edilizie. Un altro suo grande ispiratore fu Carlo Scarpa, con il quale condivideva l’idea progettuale basata sulla riflessione visuale, e quindi sul disegno, come pure sull’esaltazione e la centralità dei materiali e delle forme.

A partire dalla fine degli anni sessanta, per oltre quarant’anni, Adriano Sorrentino disegna gli interni di numerose attività commerciali che hanno fatto la storia dell‘interior design a Cagliari: i negozi De Montis, La Bon Bec, di via Garibaldi, Casabella di via Manno, Maryella in via Dante, le gastronomie Vaghi, Pisu, Cinus e Gnam Gnam, le due sedi di Incerpi, negozio e officine di viale San Vincenzo, la caffetteria La Tazza d’Oro in via Manno, l’elenco è lungo e curiosare nella documentazione dell’archivio di Adriano Sorrentino è un tuffo in una Cagliari che non esiste più ma che vale la pena di ricostruire attraverso il lavoro del designer. Alla progettazione di interni si aggiunge la realizzazione di appartamenti cittadini e ville monofamiliari in località costiere. Interessante, perché specchio di un’epoca, la documentazione che riguarda la realizzazione di discoteche, relativa alla fine degli anni settanta, in cui Adriano Sorrentino dimostra di saper concepire uno spazio organico e aggiornato alle istanze internazionali di questa nuova tipologia, culminata nel successo del locale Su Meriagu, sulla litoranea per Villasimius.

Sorrentino è stato anche un grafico, che ha dato risalto al potere di comunicazione non solo di un ambiente destinato alle attività commerciali, ma del suo biglietto da visita: l’insegna e il marchio. Stefano Asili, indimenticato maestro di grafica,  ricordava come fonte di ispirazione il lavoro di Adriano e la sua intelligente, colta ed efficace capacità di sintesi.

Negli ultimi anni della sua vita, a dimostrazione della sua vocazione di artista a tutto tondo, come un maestro del Rinascimento, Adriano Sorrentino si è dedicato alla pittura di soggetti esoterici e temi spirituali, sue vitali passioni – con una mostra antologica a Castello, Alla ricerca dei passi perduti. Tra sogno e realtà, nella Sala delle Volte di Palazzo Sanjust, a Cagliari –  e alla realizzazione di piccole sculture in pietra e argento, o di bastoni da passeggio in legno che incarnano esseri mitologici e fantastici, rami raccolti durante interminabili passeggiate, recuperati dopo incendi e finemente intarsiati con un lavoro paziente.

Spero che questo piccolo contributo alla memoria di Adriano Sorrentino sia l’inizio di una serie di studi a lui dedicati, con la catalogazione del suo archivio, che costituisce un patrimonio degno di essere segnalato, per il suo valore culturale e il contributo nello scrivere un capitolo di Storia del Design in Sardegna.

Ringrazio l’amico Paolo Sanjust della Facoltà di Architettura di Cagliari per aver accompagnato Luca Sorrentino e me nel lavoro di verifica del materiale di archivio.

Caterina Ghisu

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