Young Signorino e le vecchie generazioni!
YOUNG SIGNORINO DIMOSTRA CHE DI MUSICA LE VECCHIE GENERAZIONI HANNO SEMPRE CAPITO POCO
Nell’asfittico mondo della musica italiana oramai dominato dagli iperpompati Maneskin, sta facendo discutere l’ultimo singolo di Young Signorino “Flames inside”.
In questo singolo (ma la svolta c’era già stata con il precedente “Demon girl”) il trapper di Cesena vira nettamente e filologicamente verso i primissimi Sisters of Mercy, partorendo un brano dall’effetto nostalgia a tratti struggente.
Ma non è questo ad interessarci:
il fatto degno di nota è la reazione del pubblico.
Ormai persi gran parte dei fan più giovani, Young Signorino sembra puntare al target millennials e superiore, e lo fa recuperando suoni e movenze tipicamente ottantiani.
I commenti al nuovo lavoro -per chi conosce il mondo della trap- lasciano parecchio perplessi: il pubblico risponde alla svolta notando come l’artista di Cesena sia maturato, abbia finalmente “abbandonato” la trap, sia diventato “adulto”, ecc e via elogiando.
Il problema di tutto questo è semplice: Young Signorino non ha abbandonato la Trap, ne ha solamente capito l’essenza… la trap non è mai stata un genere musicale, ma un modo di concepire, produrre e commercializzare musica.
Scendiamo nella pratica: “Flames Inside” con lo stile musicale trap non c’entra nulla, questo è palese.
Tuttavia è pienamente trap nella mentalità: da sempre i producer trap campionano qualunque cosa stia su Youtube, poco importa il genere musicale campionato.
Ragaetton, industrial, metal, punk, dance, jazz, ecc qualunque genere sia mai stato messo sul TuoTubo un producer trap ci ha fatto una base.
Il fatto che la Trap sia giunta al successo mondiale con brani le cui basi erano per lo più campionamenti di successi pop e latinoamericani, è dovuto solamente alla maggior diffusione e potabilità di queste basi presso il grande pubblico rispetto ad altri stili musicali.
Ma accanto a queste basi, i producer trap si sono sempre dilettati a produrre basi con generi più di nicchia (i SuicideBoys con metal e techno hardcore, Sos Mula con punk hardcore, per fare degli esempi), e per rimanere molto più vicini a Young Signorino, già un dei massimi trapper americani come Lil Peep produceva basi pescando dal gothic, il grunge e l’emopunk.
Il problema quindi non è mai stato che i producer trap non conoscessero la storia della musica o ignorassero/schifassero la “buona musica”, ma la vendibilità delle basi al grande pubblico… poiché il producer e il trapper hanno sempre e solo un unico fine:
vendere e guadagnare.
Young Signorino ha fatto il passo ulteriore: ha abbandonato il cantato rap o simil rap e ha replicato il monocorde catacombale tipico del dark di Bauhaus, Joy Division e Sisters of Mercy.
Eliminato il cantato di derivazione rap (cosa mai fatta da Lil Peep, SuicideBoys e company) ecco quindi il risultato:
“Flames inside” è un brano filologicamente dark ottantiano negli stilemi e intimamente trap nella concezione (colpire un determinato target lasciato scoperto da altri trapper) di produzione (pochi giorni lavorazione per fare la base) e commercializzazione (pubblicazione su youtube, video filologico e retro, ecc).
La svolta di YS dimostra quindi non che il il ragazzo di Cesena sia maturato e diventato un artista, ma che le vecchie generazioni della trap rigettano gli elementi superficiali (le basi pop/latine e il cantato simil rap) ma non l’essenza, cioè il modo di concepire e produrre la musica.
Quindi per vendergli il prodotto e farli sentire nella timeline corretta della storia della civiltà basta una cosmesi di base e cantato, e buonanotte ai suonatori.
Alla fine della fiera però una cosa positiva rimane:
Young Signorino, i suoi producer e la sua etichetta che sfornino trap, dance o dark ottantiano sono concettualmente sempre due passi avanti rispetto al pubblico.
Federico Leo Renzi