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Cornetto al cioccolato!

CagliariArtMagazine riparte da qui, da un blog connettivo, dopo numerosi attacchi Hacker, riparte da zero, a tal proposito cominciamo subito:

Cosa ho sognato ieri notte?

D’essere in giro a Cagliari con una mia seconda di quest’anno, con una studentessa che a un certo punto, m’offriva un cornetto al cioccolato, che accettavo e mangiavo.

Col tempo annotandomi i sogni, sto anche codificando gli archetipi, la studentessa in questione, è persona di grande fiducia e affidabilità, nel mondo onirico come in quello reale.

Non mangio cornetti al cioccolato, ma chiaramente il linguaggio dei sogni e fondato su archetipi collettivi da leggere in chiave simbolica:

Cosa vorrebbe dire il cornetto al cioccolato?

Affrontare problemi che richiederanno molto, assorbiranno l’attenzione e necessiteranno di parecchio controllo emotivo.

Altra interpretazione è l’esperienza di alcuni scontri nelle relazioni amorose o tra amici.

Devo rimanere calmo durante questo periodo per evitare grandi lotte e rotture.

Sognare di mangiare cornetto al cioccolato indica un ruolo fondamentale in un importante progetto imminente, necessita restare lucido anche nella foga del momento.

Serve analizzare attentamente ogni strana situazione che può presentarsi durante il giorno.

Non dimenticare di passare un tempo con la tua famiglia.

Non lasciarsi mettere sotto pressione da niente e nessuno.

P.S. CagliariArtMagazine come esisteva prima non esiste più, ora è un blog personale, che si prefigge d’indagare i significati simbolici, alchemici, esoterici e onirici dell’arte contemporanea.

mimmodicaterino@cagliariartmagazine.it

Mostra A Scientific Encounter: The Complex Museo di Palazzo Poggi Bologna

che si terrà martedì 10 giugno dalle ore 16,30 alle ore 18,30 presso il Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni 33, Bologna.
 
La mostra, nata dalla sinergia tra le Università di Bologna e Newcastle, esplora le intersezioni tra patrimonio culturale e scientifico: gli artisti liberano il potenziale nascosto delle collezioni museali, svelandone significati latenti e ricontestualizzandole per il dibattito contemporaneo.
 
Maggiori informazioni sulla mostra sono pubblicate sul sito

Ale Guzzetti solo show alla Fondazione Mudima Milano Italy

Ale Guazzetto

Nato a Tradate (VA) nel 1953, vive e lavora a Saronno. Ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Brera e parallelamente ha condotto studi e ricerche sulla musica elettronica assistita dall’elaboratore al Politecnico di Milano e al Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova. È stato PhD researcher all’Università di Plymouth (UK), al Centro Ricerche sul Contemporaneo di Brera, e al CE.R.CO – Centro di Ricerca in Antropologia ed Epistemologia della Complessità dell’Università di Bergamo. Ha insegnato dal 2003 Tecniche Multimediali e Videoinstallazioni all’Accademia di Brera. Del 1983 sono le cosiddette “sculture sonore”, degli anni Novanta gli “acquarelli elettronici” e i “vetri parlanti”. Dal 1999 disloca negli angoli naturali più remoti del pianeta e nei più famosi musei del mondo installazioni di nano-sculture robotiche. Dal 2000 le sue ricerche sono orientate alla robotica.
Ha esposto in Italia, Francia, Germania, Austria, Danimarca, Olanda, Finlandia, Albania, Libano, Canada, USA, Hong Kong, Cina. Nel 1991 ha ricevuto il prestigioso Prix Ars Electronica di Linz. Nel 1998 ha partecipato alla Mostra Biennale di Venezia Aperto Vetro e due anni dopo è stato uno dei cento artisti invitati dal Victoria & Albert Museum di Londra a esporre in occasione della mostra The Next Millennium Museum. Tra il 2024 e il 2025, insieme a Fabrizio Plessi, rappresenta l’Italia alla prima edizione di Ennova Art Biennale a Lang Fang. Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero: Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Galerie Yaki Kornblit, Amsterdam; Museo della Permanente, Milano; MAXXI, Roma; Castel dell’Ovo, Napoli; Museum fur Sepulkralkultur, Kassel; Palazzo Farnese, Piacenza; Centro Italiano di Cultura, Copenaghen; Berliner Medizinhistorisches Museum, Berlino; Palais des Congrés, Parigi; Phoenicia Inter-Continental, Beirut; Spazio S. Carpoforo, Milano; Galleria Thoman, Innsbruck; Galleria Nazionale d’Arte, Tirana; Castello di San Giusto, Trieste; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Musèe d’Art Contemporain, Montreal; Museion, Bolzano; Villa Panza, Varese; Palazzo della Ragione, Mantova; Palazzo di Villa D’Este, Tivoli; Galleria Rossovermiglio, Padova; Zuni Arte Contemporanea, Ferrara. Le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni private, fondazioni e musei di tutto il mondo: Galleria Nazionale di Praga; Corning Museum of Glass, New York; Museen im Antonierhaus, Memmingen; Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta; Museo di Arte Moderna di Gallarate; Museum fur Sepulkralkultur, Kassel; Museum Cimetiére du Sud di Tounai, Belgio, Museo della Permanente, Milano; Teatro Nazionale Che Banca, Milano

Photo by Roberto Scala

 

Opere di Roberto Scala in collezione di Stefano W. Pasquini

Opere in collezione di Stefano W. Pasquini x  Obsolete Shit is a visual art zine published by Stefano W. Pasquini on a random basis, with random numbers since June 2008. All the issues have a different size and number of pages, and the only recurrent feature is a permanent open call, asking for unsolicited material from artists and non-artists alike.

Obsolete Shit è una zine artistica pubblicata da Stefano W. Pasquini, con uscite casuali e numeri casuali, dal giugno 2008. Tutti le uscite hanno formati e numeri di pagina differenti, e l’unica caratteristica che li accomuna è una open call permanente, che chiede materiale non richiesto ad artisti e non-artisti.

Shirin Neshat solo show Lia Rumma Milan Italy

a Galleria Lia Rumma è lieta di ospitare una conversazione tra l’artista Shirin Neshat e il curatore Bartolomeo Pietromarchi, in programma per sabato 17 maggio 2025 alle ore 18.00 nella sede di Milano.

Il talk sarà dedicato al film Do You Dare!, l’ultima opera di Neshat, presentata per la prima volta in galleria. La discussione approfondirà il processo di sviluppo del lavoro e il suo legame con la ricerca che l’artista porta avanti da tempo attraverso diversi linguaggi, tra cui cinema, fotografia e installazione.

L’incontro offrirà l’occasione per ascoltare direttamente l’artista e approfondire il rapporto tra immagine, narrazione e forma.

Photo by Roberto Scala

Ron Mueck alla Triennale di milano si è conclusa in positivo nel 2024

Ron Mueck
Come sempre nelle opere di Mueck,i personagginonsono mai rappresentati a grandezza naturale,ma sempre significativamente più piccolio più grandi, secondo modalità che sono parte integrantedell’esperienza dello spettatore: la scelta del soggetto e la scelta della scala procedono sempre dipari passo.In questo caso,ladimensionemaestosa della figura, che con le lenzuola e i cuscinicostituisceuna scultura di dimensioni imponenti, ci permette di avvicinarci così tanto che ilpersonaggio guardaoltrenoi, come se fossimo invisibili. Possiamo prenderci il tempo di osservare eimmaginare i suoi pensieri senza sentire la nostra presenza come un’imposizion
Grande intallazione.