Siluro Lambretta ADI Museum Milano

Unico evento con conferenza

Da oltre settant’anni dal primato di velocità che lo rese celebre a livello internazionale, il SILURO Lambretta rientra a Milano, città che ne vide nascere il progetto e la realizzazione.
Il rientro di questo esemplare unico, reso possibile dalla Fondazione Ferdinando e Luigi Innocenti, è l’occasione per una serie di iniziative culturali promosse da Lambretta Club Milano, in collaborazione con ASI – Automotoclub Storico Italiano e con il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia. Il SILURO, costruito alla fine degli anni Quaranta dalla Innocenti, rimane un simbolo della creatività e dell’audacia tecnica italiana. Con la velocità record di 201 km/h raggiunta nel 1951 sull’autostrada Monaco-Ingolstadt in Germania, è tuttora una pietra miliare della storia motoristica e del design.
Per tutto il mese di settembre il museo ospiterà il SILURO e i primi modelli civili Lambretta, tra cui la Lambretta A (1947) e la Lambretta B (1948), protagonisti della ricostruzione industriale e sociale dell’Italia nel dopoguerra.

11 – 28 settembre 2025 Parlami della serie televisive Italia sportive

Photo by Roberto Scala

 Jaume Plensa in Piazza Municipio, Napoli accorrete

Prosegue il progetto  Napoli contemporanea , ideato e curato per il Comune da Vincenzo Trione, nelle vesti di consulente per la cultura del Sindaco Gaetano Manfredi. Opere enormi, disseminate per le città, per un’idea d’arte pubblica che si impone tra gli snodi più scenografici del teatro urbano, dialogando con piazze ed edifici storici. È già allestita in Piazza Municipio la nuova opera, la cui inaugurazione è fissata per il 5 di giugno. Protagonista è Jaume Plensa, noto artista catalano, nato a Barcellona nel ’55, il cui linguaggio immediato, fortemente comunicativo, si consuma spesso nello spazio pubblico, scegliendo la via della monumentalità e di un radicale impatto visivo, nonché puntando su una figurazione simbolica e non iperrealista. Silent Hortense appartiene alla sua serie delle grandi teste, piazzate all’interno di importanti contesti internazionali, dall’Europa agli USA, e realizzate con materiali diversi, dal marmo al metallo, alla vetroresina, mixando tecnologie di prototipazione rapida, strumenti digitali e interventi manuali.

More art and plus art

Gentile Monster in Corso Como 10 Milano

Ha inaugurato il negozio Gentle Monster a Milano, all’interno dell’iconico 10 Corso Como, svela una nuova installazione che invita i visitatori a vivere un’esperienza sensoriale rinnovata.
Il nuovo GIANT HEAD KINETIC OBJECT incarna la singolare filosofia del marchio e il suo fascino per il funzionamento interno della mente umana.
Progettata e realizzata internamente dal Gentle Monster Robotics Lab, il GIANT HEAD KINETIC OBJECT è costituito da tre facce distinte. Al centro c’è un volto che chiude delicatamente gli occhi e scuote la testa in contemplazione, affiancato da un volto più grande e da uno più piccolo che si muovono fluidamente intorno ad esso. Con le palpebre che sbattono dolcemente e le pupille che si spostano delicatamente, l’opera immortala la complessità della comprensione, dell’emozione e della connessione umana.
Foto by Roberto Scala artist

Nan Goldin dal 11 ottobre 2025 alla Pirelli Hangar Bicocca Milano

Nan Goldin arriverà a Milano, Pirelli HangarBicocca presenta Nan Goldin. This Will Not End Well (dall’11 ottobre al 15 febbraio 2026), la prima grande retrospettiva europea dedicata al suo lavoro come filmmaker. Il percorso raccoglie operati artistici iconici come The Ballad of Sexual Dependency e Sisters, Saints and Sibyls, insieme a nuove installazioni sonore realizzate in collaborazione con il Soundwalk Collective. Goldin intreccia immagini e musica in un racconto intimo che riesce a parlare a tutti. Fra sessualità, emancipazione, trasgressione e relazioni umane, restituendo con realismo e poesia la complessità dell’esistenza di gruppi marginali nella società.

Unica in Italia by International contemporary arts

Roberto Scala Ibiza Summer with micro intervento a Sant’Antoni

Roberto Scala realizza una micro opera su un murales a Ibiza zona Sant’Antoni 2025

La tecnica per creare un murales già esistente si sceglie il soggetto semplice ma con elementi comunicativi immediati poi il luogo visibile a tutti naturalmente una parete ben preparata con fondo di colore bianco, dopo viene disegnato il soggetto scelto utilizzando la matita oppure lo stencil, infine si dipinge con vernici lavabili non utilizzando lo spray ma i pennelli di diverse dimensioni sia piatti che tondi definendo i dettagli. Ecco l’opera finita una favola che racconta la tragica realtà del consumismo.

Photo by Roberto Scala

Intervista a Roberto Scala Trieste by night

Di Fabio Fabris

Roberto Scala, artista visivo che guarda alla sfida e alla sperimentazione, è nato a Sorrento (NA), vive a Milano. Il suo lavoro denota un approccio versatile e sperimentale, che spazia tra pittura, collage, fotografia e installazioni multimediali. Ci parli della tua formazione e del tuo percorso artistico? Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano sotto la guida di Luciano Fabro. Nel 1988 ho dato la mia adesione al movimento della Mail Art e della Poesia Visiva; poi sono entrato a far parte del gruppo di giovani artisti di Different Opinion con cui nel 1992 ho esposto presso lo spazio Viafarini e alla galleria Luciano Inga Pin. Nel 1996 mi sono trasferito a Londra, partecipando attivamente agli eventi della Biennale di Londra curata e diretta da David Medalla, nel 1999 sono stato invitato alla prima Biennale di Stoccolma insieme a Maurizio Cattelan e Damien Hirst, nel 2012 ho fatto parte del Manifesto Brut diretto da Gennaro Telaro, quindi del gruppo della rinascita della Poesia Visiva proposto nel 2016 dalla Fondazione Sarenco alla Fondazione Benetton. L’ultima collaborazione è stata con il maestro Jack Chapman per la creazione di un diorama sul progetto Hell Souvenir. Tu lavori con una varietà di stili e media… La mia ricerca artistica si concentra sui processi creativi attraverso il rapporto tra uomo e natura, spazio e azione. Utilizzando temi molteplici (come emigrazione, consumismo, ironia, potere pressione, schiacciamento e spazio) indago lo spazio e il tempo attraverso oggetti, con piccole e grandi installazioni utilizzando stampe fotografiche digitali, disegni, collage e sculture. Mi approprio di parametri dell’arte concettuale e li mescolo con quelli della Street Art. Nello specifico, la mia ricerca può essere suddivisa in tre macro aree: accumulo, luce e mutazione. Cerco di trasmettere allo spettatore sensazioni sensoriali, cambiamenti d’umore, stupore ed emozione di suoni e rumori, il modo in cui strutturare e modificare elementi comuni attraverso l’ambiente circostante, interrogando il senso empirico della relazione simbiotica tra natura, uomo, spazio e oggetto. Quali sono le tue fonti d’ispirazione? Mi ispiro all’ambiente circostante e dalla collaborazione con eventi e progetti, ogni idea viene così analizzata, studiata e personalizzata. Negli ultimi anni ho partecipato a numerose mostre di libri d’artista, Mail Art e Poesia Visiva. Come la partecipazione dal 2009 al 2023 al Padiglione Tibet, al Padiglione Ucraina, al Padiglione Birmania fino al progetto Amazzonia, eventi curati da Ruggero Maggi. Quanto c’è di pianificato o di spontaneo nel tuo lavoro? Il mio lavoro si trasforma attraverso un progetto iniziale che segue l’attualità, dalla cronaca agli eventi sociali e culturali, dall’ambiente all’energia. Talvolta il mio lavoro segue anche un processo spontaneo, con performance e azioni pubbliche e private volte a modificare l’ambiente circostante con ostacoli visibili e invisibili collocati sia nelle piazze che nelle strade con l’uso di immagini e oggetti. Arriviamo infine a una tua affermazione di alcuni anni fa: “Il mondo è a pezzi, bisogna ricomporlo”. Ce la puoi commentare? L’espressione “il mondo è a pezzi, bisogna ricomporlo” può essere interpretata in diversi modi, a seconda del contesto. Per esempio, può riferirsi alla situazione attuale, come carestie, crisi climatica, guerre e conflitti, che sembrano frammentare la realtà oppure può riferirsi a una confusione culturale nella quale siamo immersi. L’idea di “ricomporre” implica un’azione, un impegno per superare la frammentazione e a tornare a una condizione di integrità. Hai progetti specifici in corso di sviluppo? Sì, sto creando una serie di dipinti e collage manipolati e rielaborati ispirati al film Pennywise, il clown ballerino. Inoltre, ho progetti di collaborazione con artisti e gruppi e partecipazioni sia online sia offline.     Attesa alla selezione CIRCA Prize 2025 di Hans Ulrich Obrist e Bjork a Londra e alla Seconda Biennale di Malta; MAAV5 Revolution=Art diretto da Kevin Geronimo Brandtner, Vienna, Austria; Rochester Contemporary Art Center (RoCo) formato 6×6, New York; Pomo V International Mail Art Exibition, Konya (Turchia); Ryosuke Cohen Brain Cell, Ashiya-city, Hyogo (Japan); Peace Auction, selection by Samartano, Bucarest (Romania); Mail Art project, di Lutz Andres e Lars Schumacher, Berlin, (Germania); Franticham’s Fluxus Assembling Box 61, by redfoxpress, Ireland; Postcard for          the Edge, group exhibition, New York City; Lineadarte officina creativa, Biennale del libro d’artista curata da di Ippolito e Donnarumma Fondazione Cultural Miguel Hernandez, Orihuela (Spagna).

Yes

Roberto Scala presenta il nuovo libro d’artista DADA

Roberto Scala progetta e realizza il nuovo libro d’artista di 72 pagine, in cerca di finanziatori e fondazioni.

La differenza con libro d’arte si intendono genericamente tutte le pubblicazioni che fanno riferimento all’arte (come cataloghi, monografie di artisti, trattati e critiche…), il libro d’artista è un’opera d’arte che utilizza il libro come formato, materia e materiale.

Photo by Roberto Scala

Art Basel sempre troppo selettiva la Svizzera dei ricchi

Art Basel, anche questa volta esclude le nuove generazioni selezionando solamente le gallerie prestigiose e furbe che presentano artisti star della politica, ancora nonostante il suo basso prestigio, riceve tantissime critiche, in particolare riguardo alla sua natura di speculazione e business e all’alto costo per le gallerie. Molti artisti, critici e galleristi esprimono preoccupazioni per le vendite non sempre all’altezza delle aspettative e per la difficoltà di emergere in un mercato competitivo e speculativo. Inoltre, la bassezza  della fiera e il suo impatto sul mercato dell’arte sono oggetto di speculazione, con alcuni che preferiscono concentrarsi su opere e gallerie più inaffidabili e rischiose. Ancora una volta hanno fatto flop l’arte della borghesia arrichita e aiutata dalle multinazionali farmaceutiche del gas e petrolio.

Arte uguale corruzione

Mostra A Scientific Encounter: The Complex Museo di Palazzo Poggi Bologna

che si terrà martedì 10 giugno dalle ore 16,30 alle ore 18,30 presso il Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni 33, Bologna.
 
La mostra, nata dalla sinergia tra le Università di Bologna e Newcastle, esplora le intersezioni tra patrimonio culturale e scientifico: gli artisti liberano il potenziale nascosto delle collezioni museali, svelandone significati latenti e ricontestualizzandole per il dibattito contemporaneo.
 
Maggiori informazioni sulla mostra sono pubblicate sul sito