Roberto Scala Ibiza Summer with micro intervento a Sant’Antoni

Roberto Scala realizza una micro opera su un murales a Ibiza zona Sant’Antoni 2025

La tecnica per creare un murales già esistente si sceglie il soggetto semplice ma con elementi comunicativi immediati poi il luogo visibile a tutti naturalmente una parete ben preparata con fondo di colore bianco, dopo viene disegnato il soggetto scelto utilizzando la matita oppure lo stencil, infine si dipinge con vernici lavabili non utilizzando lo spray ma i pennelli di diverse dimensioni sia piatti che tondi definendo i dettagli. Ecco l’opera finita una favola che racconta la tragica realtà del consumismo.

Photo by Roberto Scala

Intervista a Roberto Scala Trieste by night

Di Fabio Fabris

Roberto Scala, artista visivo che guarda alla sfida e alla sperimentazione, è nato a Sorrento (NA), vive a Milano. Il suo lavoro denota un approccio versatile e sperimentale, che spazia tra pittura, collage, fotografia e installazioni multimediali. Ci parli della tua formazione e del tuo percorso artistico? Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano sotto la guida di Luciano Fabro. Nel 1988 ho dato la mia adesione al movimento della Mail Art e della Poesia Visiva; poi sono entrato a far parte del gruppo di giovani artisti di Different Opinion con cui nel 1992 ho esposto presso lo spazio Viafarini e alla galleria Luciano Inga Pin. Nel 1996 mi sono trasferito a Londra, partecipando attivamente agli eventi della Biennale di Londra curata e diretta da David Medalla, nel 1999 sono stato invitato alla prima Biennale di Stoccolma insieme a Maurizio Cattelan e Damien Hirst, nel 2012 ho fatto parte del Manifesto Brut diretto da Gennaro Telaro, quindi del gruppo della rinascita della Poesia Visiva proposto nel 2016 dalla Fondazione Sarenco alla Fondazione Benetton. L’ultima collaborazione è stata con il maestro Jack Chapman per la creazione di un diorama sul progetto Hell Souvenir. Tu lavori con una varietà di stili e media… La mia ricerca artistica si concentra sui processi creativi attraverso il rapporto tra uomo e natura, spazio e azione. Utilizzando temi molteplici (come emigrazione, consumismo, ironia, potere pressione, schiacciamento e spazio) indago lo spazio e il tempo attraverso oggetti, con piccole e grandi installazioni utilizzando stampe fotografiche digitali, disegni, collage e sculture. Mi approprio di parametri dell’arte concettuale e li mescolo con quelli della Street Art. Nello specifico, la mia ricerca può essere suddivisa in tre macro aree: accumulo, luce e mutazione. Cerco di trasmettere allo spettatore sensazioni sensoriali, cambiamenti d’umore, stupore ed emozione di suoni e rumori, il modo in cui strutturare e modificare elementi comuni attraverso l’ambiente circostante, interrogando il senso empirico della relazione simbiotica tra natura, uomo, spazio e oggetto. Quali sono le tue fonti d’ispirazione? Mi ispiro all’ambiente circostante e dalla collaborazione con eventi e progetti, ogni idea viene così analizzata, studiata e personalizzata. Negli ultimi anni ho partecipato a numerose mostre di libri d’artista, Mail Art e Poesia Visiva. Come la partecipazione dal 2009 al 2023 al Padiglione Tibet, al Padiglione Ucraina, al Padiglione Birmania fino al progetto Amazzonia, eventi curati da Ruggero Maggi. Quanto c’è di pianificato o di spontaneo nel tuo lavoro? Il mio lavoro si trasforma attraverso un progetto iniziale che segue l’attualità, dalla cronaca agli eventi sociali e culturali, dall’ambiente all’energia. Talvolta il mio lavoro segue anche un processo spontaneo, con performance e azioni pubbliche e private volte a modificare l’ambiente circostante con ostacoli visibili e invisibili collocati sia nelle piazze che nelle strade con l’uso di immagini e oggetti. Arriviamo infine a una tua affermazione di alcuni anni fa: “Il mondo è a pezzi, bisogna ricomporlo”. Ce la puoi commentare? L’espressione “il mondo è a pezzi, bisogna ricomporlo” può essere interpretata in diversi modi, a seconda del contesto. Per esempio, può riferirsi alla situazione attuale, come carestie, crisi climatica, guerre e conflitti, che sembrano frammentare la realtà oppure può riferirsi a una confusione culturale nella quale siamo immersi. L’idea di “ricomporre” implica un’azione, un impegno per superare la frammentazione e a tornare a una condizione di integrità. Hai progetti specifici in corso di sviluppo? Sì, sto creando una serie di dipinti e collage manipolati e rielaborati ispirati al film Pennywise, il clown ballerino. Inoltre, ho progetti di collaborazione con artisti e gruppi e partecipazioni sia online sia offline.     Attesa alla selezione CIRCA Prize 2025 di Hans Ulrich Obrist e Bjork a Londra e alla Seconda Biennale di Malta; MAAV5 Revolution=Art diretto da Kevin Geronimo Brandtner, Vienna, Austria; Rochester Contemporary Art Center (RoCo) formato 6×6, New York; Pomo V International Mail Art Exibition, Konya (Turchia); Ryosuke Cohen Brain Cell, Ashiya-city, Hyogo (Japan); Peace Auction, selection by Samartano, Bucarest (Romania); Mail Art project, di Lutz Andres e Lars Schumacher, Berlin, (Germania); Franticham’s Fluxus Assembling Box 61, by redfoxpress, Ireland; Postcard for          the Edge, group exhibition, New York City; Lineadarte officina creativa, Biennale del libro d’artista curata da di Ippolito e Donnarumma Fondazione Cultural Miguel Hernandez, Orihuela (Spagna).

Yes

Roberto Scala presenta il nuovo libro d’artista DADA

Roberto Scala progetta e realizza il nuovo libro d’artista di 72 pagine, in cerca di finanziatori e fondazioni.

La differenza con libro d’arte si intendono genericamente tutte le pubblicazioni che fanno riferimento all’arte (come cataloghi, monografie di artisti, trattati e critiche…), il libro d’artista è un’opera d’arte che utilizza il libro come formato, materia e materiale.

Photo by Roberto Scala

Art Basel sempre troppo selettiva la Svizzera dei ricchi

Art Basel, anche questa volta esclude le nuove generazioni selezionando solamente le gallerie prestigiose e furbe che presentano artisti star della politica, ancora nonostante il suo basso prestigio, riceve tantissime critiche, in particolare riguardo alla sua natura di speculazione e business e all’alto costo per le gallerie. Molti artisti, critici e galleristi esprimono preoccupazioni per le vendite non sempre all’altezza delle aspettative e per la difficoltà di emergere in un mercato competitivo e speculativo. Inoltre, la bassezza  della fiera e il suo impatto sul mercato dell’arte sono oggetto di speculazione, con alcuni che preferiscono concentrarsi su opere e gallerie più inaffidabili e rischiose. Ancora una volta hanno fatto flop l’arte della borghesia arrichita e aiutata dalle multinazionali farmaceutiche del gas e petrolio.

Arte uguale corruzione

Mostra A Scientific Encounter: The Complex Museo di Palazzo Poggi Bologna

che si terrà martedì 10 giugno dalle ore 16,30 alle ore 18,30 presso il Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni 33, Bologna.
 
La mostra, nata dalla sinergia tra le Università di Bologna e Newcastle, esplora le intersezioni tra patrimonio culturale e scientifico: gli artisti liberano il potenziale nascosto delle collezioni museali, svelandone significati latenti e ricontestualizzandole per il dibattito contemporaneo.
 
Maggiori informazioni sulla mostra sono pubblicate sul sito

Ale Guzzetti solo show alla Fondazione Mudima Milano Italy

Ale Guazzetto

Nato a Tradate (VA) nel 1953, vive e lavora a Saronno. Ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Brera e parallelamente ha condotto studi e ricerche sulla musica elettronica assistita dall’elaboratore al Politecnico di Milano e al Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova. È stato PhD researcher all’Università di Plymouth (UK), al Centro Ricerche sul Contemporaneo di Brera, e al CE.R.CO – Centro di Ricerca in Antropologia ed Epistemologia della Complessità dell’Università di Bergamo. Ha insegnato dal 2003 Tecniche Multimediali e Videoinstallazioni all’Accademia di Brera. Del 1983 sono le cosiddette “sculture sonore”, degli anni Novanta gli “acquarelli elettronici” e i “vetri parlanti”. Dal 1999 disloca negli angoli naturali più remoti del pianeta e nei più famosi musei del mondo installazioni di nano-sculture robotiche. Dal 2000 le sue ricerche sono orientate alla robotica.
Ha esposto in Italia, Francia, Germania, Austria, Danimarca, Olanda, Finlandia, Albania, Libano, Canada, USA, Hong Kong, Cina. Nel 1991 ha ricevuto il prestigioso Prix Ars Electronica di Linz. Nel 1998 ha partecipato alla Mostra Biennale di Venezia Aperto Vetro e due anni dopo è stato uno dei cento artisti invitati dal Victoria & Albert Museum di Londra a esporre in occasione della mostra The Next Millennium Museum. Tra il 2024 e il 2025, insieme a Fabrizio Plessi, rappresenta l’Italia alla prima edizione di Ennova Art Biennale a Lang Fang. Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero: Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Galerie Yaki Kornblit, Amsterdam; Museo della Permanente, Milano; MAXXI, Roma; Castel dell’Ovo, Napoli; Museum fur Sepulkralkultur, Kassel; Palazzo Farnese, Piacenza; Centro Italiano di Cultura, Copenaghen; Berliner Medizinhistorisches Museum, Berlino; Palais des Congrés, Parigi; Phoenicia Inter-Continental, Beirut; Spazio S. Carpoforo, Milano; Galleria Thoman, Innsbruck; Galleria Nazionale d’Arte, Tirana; Castello di San Giusto, Trieste; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Musèe d’Art Contemporain, Montreal; Museion, Bolzano; Villa Panza, Varese; Palazzo della Ragione, Mantova; Palazzo di Villa D’Este, Tivoli; Galleria Rossovermiglio, Padova; Zuni Arte Contemporanea, Ferrara. Le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni private, fondazioni e musei di tutto il mondo: Galleria Nazionale di Praga; Corning Museum of Glass, New York; Museen im Antonierhaus, Memmingen; Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta; Museo di Arte Moderna di Gallarate; Museum fur Sepulkralkultur, Kassel; Museum Cimetiére du Sud di Tounai, Belgio, Museo della Permanente, Milano; Teatro Nazionale Che Banca, Milano

Photo by Roberto Scala