Scala e formiche!

Scale e formiche!

Ho sognato molto stanotte, ma non ricordo molto, come si fosse dissolto tutto.
Ricordo d’essere stato in uno spazio storico, che era il Liceo Musicale e nel contempo Conservatorio di Cagliari, e che il collaboratore scolastico del Fois Angelo Baire, mi dicesse qualcosa, per andare in classe, mi serviva come in un altro sogno una scala (di quelle rimovibili da cantiere).
Ricordo d’avere sognato anche un bagno, dove nella tazza c’erano tantissime formiche nell’acqua.
Non ricordo altro ora…

Tento di comprendere gli archetipi:
La scala a pioli, potrebbe significare una prova, più o meno difficile, d’affrontare per raggiungere obiettivi.
Dal punto di vista psicologico si può dire che sognare una scala sia sinonimo di ascesa personale, di ritrovata consapevolezza nelle proprie capacità e nelle proprie competenze, possibile che ultimamente si sia sperimentato qualche blocco di troppo, o ci si sta liberando dai vincoli, e si sarebbe pronti per spiccare il volo.

Sognare delle formiche in bagno: simbolo di qualcosa che ci infastidisce o che ci disturba, allegoria di qualcosa che rappresenta un impiccio.
Possono anche rappresentare qualcosa che ci fa paura e che non ci fa stare bene; in entrambi i casi rappresentano qualcosa di cui ci dobbiamo sbarazzare per poter stare meglio.

Tirocinio d’ordine!

Tirocinio d’ordine!

Quando sogno e registro il sogno, ho ben chiaro che ci sia qualcosa che si muove intorno, qualche segnale di strada e percorso che non posso non considerare e che, poi, oscilla tra mondi e dimensioni.
Quello che ho sognato stamane, l’ho registrato soltanto perché la sveglia alle sei e trenta, ha interrotto la sequenza e mi ha consentito di focalizzarla.
Ero in uno spazio che sapevo essere un laboratorio didattico, dove si simulavano esperienze, era una stanza da letto con due letti e due guardaroba, io ero nel sogno un docente (come nella vita reale), e i due studenti, due ragazzi stavano simulando come mettere in ordine la stanza prima d’andare a dormire, e tra di loro discutevano, proprio come avviene in laboratorio:
“Io ho un guardaroba di cose tutte uguali tra di loro!”.
Diceva uno dei due ragazzi, quello che aveva un guardaroba di t-shirt gialle.
“Io ho un guardaroba vario!”.
Replicava l’altro studente, che in realtà aveva tutte t-shirt piegate verde militare.
A quel punto intervengo io, che come docente seguivo la situazione, e dico:
“Anche io ho un guardaroba con tutte cose uguali!”.
Simpatizzando con lo studente che aveva tutte magliette con tono giallo piegate nell’armadio, che in buona sostanza sarebbe potuto essere un mio riflesso, a questo punto mi suona la sveglia.
Registro e m’appunto il sogno, come mi sono prefisso di fare per studio, ogni volta che sarò a Cagliari e mi capiterà di sognare, e indago il significato simbolico, algoritmico computazionale di ciò che ho visualizzato: un armadio ben ordinato sarebbe presagio di tranquillità e benessere, il piegare le t-shirt indicherebbe che ho un mio pubblico e chi apprezza il mio lavoro, ma devo essere in forma, l’idea è buona, ma non è detto sia giusta, dovrei focalizzare la salute invece che le sciocchezze.
Serve concentrazione nel quotidiano, valorizzarmi senza correre, nessuno deve mettermi pressione.
La simulazione indicherebbe che sono dinanzi a progetti importanti.
Il verde (“io ho un guardaroba vario”), è legato agli aspetti di crescita, rigenerazione e rinascita fisica, di guarigione, forza e speranza.
Il giallo (“io ho un guardaroba standard”), è luce di coscienza, espansione del sapere, “illuminazioni” che portano oltre la realtà, intuizioni improvvise e insight.
Un sogno con tirocinanti, in posizione di leadership, significa che serve provare di più per adattarsi aii compagni di squadra, più giovani o più recenti.

 

Il sogno simbolico sarà storia collettiva?

Il sogno simbolico sarà storia collettiva?

Il linguaggio simbolico dell’arte, è costante dell’eterna condizione umana, entropia costante che tende ad aumentare in termini di scambio, circolazione e connessione tra umani: si trasforma e divulga nello spazio tempo un’unica matrice, un’unica comunicazione tra umani, un’immensa biblioteca, piena di libri scritti con simboli che tornano, ma di questo si sta perdendo la coscienza e la consapevolezza.

Il simbolo pare calato dall’alto sull’umana condivisione, questo ci danneggia, allontana dal mistero costituito da un intreccio di sogni che, fa svegliare l’artista.

La sofferenza pare lo strumento per uscire dalla meccanicità della vita, dal sonnambulismo privo di consapevolezza determinato dal simbolo imposto, la tragedia e la sofferenza nell’arte paiono avere un ruolo diverso: sofferenza e fallimento la mia esperienza Cagliaritana, ma necessaria per chiarirmi cosa sia e possa determinare l’arte intrecciata alla vita, cosa siano i simboli e la loro riproduzione meccanica priva di senso.

L’arte ha un suo centro della memoria, che l’artista localizza (come fosse uno smartphone) dove si connette, i neuroni sono la sua memoria, ma non sono intelligenti, fisici o immortali, muoio come il nostro corpo, ma si muovono dentro e fuori di loro, sono coscienziosi, alimentano l’universo dell’artista che fissa momenti lavorando una vita.

Amori e conflitti vanno oltre il contemporaneo, hanno un aldilà, nel nome del quale la morte biologica dell’artista, lo rende comunque sempre presente, muoiono le stesse cellule del nostro corpo in vita, eppure resta il linguaggio simbolico, nella sua istantaneità simbolica fuori dalla nostra obsolescenza programmata: il nostro linguaggio simbolico dell’arte, senza fine, ci fa cosmicamente danzare con angeli, demoni e divinità fuori dal tempo.

Questi miei ultimi giorni Cagliaritani, impegnati dagli orali della maturità (prima d’emigrare in un’area metropolitana con pubblica Alta Formazione Artistica), sono pieni d’eventi simbolici, che mi dicono che devo andare:

  • Incontro un mio ex studente che sul bagnasciuga vendeva granita, avvicinatomi, mi riconosce, si toglie gli occhiali e  mi dice: Ma lei è Di Caterino? No, non è Di Caterino, non ha i suoi tatuaggi. Deprivandomi della mia identità.
  • Incidento in una rotonda con una Panda a Noleggio, con coppia di turisti toscani in dolce attesa, so d’avere ragione, perché stretto in una rotonda, chiamo la municipale e mi da torto, togliendomi anche due punti sulla patente e multandomi, nel nome del: a Cagliari guidiamo in una certa maniera, ma i turisti, che guidano qui come a casa loro, rispettano il codice della strada, facendomi rispondere, “chiaro, i residenti hanno sempre torto”.
  • M’avvicina a mare una ragazza speciale, facente capo a un’associazione, che mi chiede se sono un turista straniero o italiano, non dandomi il tempo di rispondere, con aria frivola mi parla dei suoi problemi col compagno, che m’indica, speciale anche lui, che mi dice essere monello, i ragazzi dell’associazione vengono a prenderla e si scusano con me.

Perché scrivo questo, che pare essere senza senso?

Perché i simboli sono nella vita, gli archetipi non sono solo nei sogni, interagiscono con noi nel quotidiano e paiono direzionati, è qui la magia simbolica dell’arte.

Di questo ragionano i miei studenti in questi esami di maturità: il valore del simbolo: cinque maturandi oggi  in Arti Figurative (uno studierà Scultura all’Accademia di Catania, uno al Dams, una a Brera, un altro vorrebbe essere un produttore d’arte e cultura Indy e uno vorrebbe studiare per fare il maniscalco in una scuola militare per poi finanziarsi gli studi artisti da emigrante a Milano).

A proposito di sogni che si muovono tra diverse dimensioni, ieri Franco Nonnis, mi ha inviato una fotografia di lui con Ada Lai Assessore Regionale al lavoro, che “potrebbe” essere storica, sono fuori l’ex sede del Foiso Fois di Via San Giuseppe al quartiere Castello di Cagliari.

 Che il sogno dell’Alta Formazione Artistica pubblica a Cagliari, stia arrivando nella dimensione terrena e materiale di una Cagliari che non l’ha mai conosciuta?

Forse avere sognato qui, d’artista e docente residente, qualcosa l’ha determinata, ragionando per simboli e archetipi all’origine di tutti i linguaggi (non solo quello dell’arte).

In servizio nel cantiere!

In servizio nel cantiere!

Ho sognato che stavo prendendo servizio in un nuovo Liceo, che era in uno spazio storico che si stava ristrutturando, c’era quindi un via vai di colleghi, collaboratori e operai, io sapevo d’avere la classe prima D, ma per raggiungerla dovevo salire su delle scale a muro rimovibili, non parevano esserci le scale per salire ai piani superiori, nel tentare di salire, faccio cadere inavvertitamente una Coca Cola poggiata su un piede della scala da un operaio.

Ricordo un collega in particolare nel sogno, alto, stempiato, con pochi capelli sul rosso e occhiali quadrati dalla montatura fine, con uno spolverino.

Questo sogno, stavolta l’ho ricordato, ma l’ho fatto identico, o con pochissime varianti, qualche settimana fa, rimuovendolo interamente. 

Indago gli archetipi simbolici:

Sognare di essere in un cantiere dimostra che le competenze sono tante e ora è il momento di valorizzarle. 

Le cose sono a volte più semplici di quanto pensiamo. Ci sono semplicemente questioni che il destino decide. 

Sognare di essere in un cantiere indica che la cerchia sociale si allargherà molto se vi impegnate, soprattutto al lavoro. 

L’organizzazione sarà la chiave del successo.

Lavorare sodo ogni giorno e non gettare la spugna, qualunque cosa accada, attenzione a non spendere troppo, bisogna controllare le proprie spese. 

Attenzione agli sbalzi d’umore.

Salire una scala, denuncia il desiderio o il bisogno di raggiungere una meta o di elevarsi dalla propria condizione attuale. 

Il movimento della salita nella scala nei sogni viene associato anche al processo di individuazione.

Sognare coca cola: questa bevanda nei sogni rappresenta questo ambiente, essendo una delle bevande analcoliche più consumate dalle persone. Pertanto, è legato alla vita di molte persone e all’occupazione. Inoltre, è una delle poche bevande analcoliche che sembra causare qualche genere di dipendenza nelle persone, che hanno bisogno di berla costantemente, può essere correlata a un atteggiamento squilibrato. 

In altre parole, mi concentro sulla professione in modo esagerato e non presto la necessaria attenzione ad altre aree della vita.

Basilea 2023 : Art Basel, Art Unlimited, Liste, Design Miami/Basel e Fondazione Beyeler

Si è tenuta dal 15 al 18 giugno Art Basel da tutti riconosciuta, a ragione, la più importante Fiera d’arte contemporanea del mondo. L’edizione 2023 è stata la prima guidata dal nuovo CEO Noah Horowitz. 284 tra le più importanti gallerie del mondo si sono date appuntamento a Basilea riuscendo a portare nel tempio della finanza non solo opere dall’incommensurabile valore economico ma riuscendo ad affiancare al fianco dei grandi maestri e gli enfant prodige dell’arte contemporanea degli Artisti più giovani e dalle quotazioni ancora accessibili e con lavori in anticipo sui tempi, almeno sotto certi aspetti.

Impossibile pensare di poter concentrare in un solo giorno la visita alla kermesse svizzera riuscendo a visitare con attenzione tutti gli stand e gli ottimi eventi collaterali, tra cui spicca la mostra alla Fondazione Beyeler che vede esposte le opere dipinte da Jean-Michel Basquiat durante il periodo di residenza a Modena dal Gallerista Emilio Mazzoli nel 1982 e le meravigliose installazioni dell’artista visiva e scultrice di origine colombiana Doris Salcedo, e due per le interessanti fiere collaterali.

Dividere il soggiorno in almeno tre giornate permette di poter visionale con una relativa tranquillità Art Basel e decomprimersi da una full immersion di lavori esposti che, già per se, dopo la visita a un padiglione rende quasi impossibile potersi gustare e apprezzare quelle dell’altro padiglione.

Art Basel che merita una visita imperdibile soprattutto per la sezione Unlimited Projects, una vera e propria riproposizione di quello che può essere la visita a una delle più importanti Biennali d’Arte Contemporanea sparse per il pianeta e dove spicca tra i Lavori esposti l’installazione interattiva di Monica Bonvicini “Never Again” (Galerie Peter Kilchmann, Galerie Krinzinger, Tanya Bonakdar Gallery).

Monica Bonvicini “Never Again”

La video proiezione “Practice” del 2022 di Bruce Nauman ( Konrad Fischer) già Vincitore del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 1999, “Topa” l’installazione neon dell’americano Jason Rhoades.

Jason Rhoades, Topa, 2005

L’irriverente performance “Ménage de la maison” dell’Artista tedesco Olaf Nicolai (Eigen + Art).

Olaf Nicolai, Ménage de la maison, 2022

A far da regina a questa edizione 2023 è stato senza dubbio il Lucio Fontana a ventiquattro tagli proposto da Tornabuoni Arte meta di un continuo peregrinaggio di visitatori in fila per potersi scattare una foto con l’opera sullo sfondo.

Lucio Fontana, Concetto spaziale con 24 tagli, Tornabuoni Arte

Tra l’altro Opera così bella da far passare in secondo piano le altre due tele tagliate, sempre a sfondo rosso, esposte al suo fianco. Fontana che si conferma “artistar 2023” anche per il “Concetto Spaziale” del 1961 proposto da LGDR.

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1961, LGDR

Tra le tante opere proposte in fiera mi piace soffermarmi su Julius von Bismarck (Sies + Höke Galerie) un artista di cui sentiremo certamente sempre più parlare nei prossimi tempi.

Julius von Bismarck e una foto dell´opera. Courtesy the artist (Alexander Levy -Berlin, Sies + Höke -Düsseldorf)

Le deliziose opere di Matgorzata Mirga-Tas (Foksal), altra artista che dopo la presenza alla Biennale di Venezia 2022 proposta nel Padiglione della Polonia si sta ritagliando sempre maggiori spazi sul palcoscenico internazionale.

Matgorzata Mirga-Tas, Chave Jawle Wasio Thud, 2023, Foksal

Altri lavori degni di menzione sono l’installazione di Ulla von Brandenburg “Mäschen mit Hund” del 2023 (Galerie Art : Concept),

Ulla von Brandenburg Mäschen mit Hund, 2023 – www.galerieartconcept.com

Il dipinto di Juan Araijo “La Tourette II” del 2019 (Stephen Friedman Gallery).

Juan Araijo, La Tourette II, 2019 – Stephen Friedman Gallery

Un incredibile “Homage to the Square” di Josef Alber (Vedovi Gallery).

Josef Albers Vedovi Gallery

La fotografia dell’artista fotografico norvegese Torbjørn Rødland (Standard) che sembra essere un omaggio alla mia terra, la Romagna, recentemente colpita da una tremenda alluvione.

Torbjørn Rødland – Standard (Oslo)

A Design Miami/Basel è impossibile non citare lo stand della Galerie Meubles et Lumières con il letto del 1969 di René Blanchard e la sala da pranzo di Jean-Pierre Laporte.

Lit de René Blanchard
Jean-Pierre Laporte Diabolo

Tra le fiere collaterali mi piace ricordare in particolar modo LISTE con “Whistlers” l’installazione di Tomoko Sauvage che accoglie i visitatori all’ingresso e le opere di Isadora Vogt (Sundy) a farla da padrone.

Tomoko Sauvage – Whistlers

 

Isadora Vogt, Rossfest, 2023

Art Basel si conferma un appuntamento imprescindibile, come faremo a conservare una memoria di questi artisti senza seguirli puntualmente in Fiere ed esposizioni pubbliche/private in personali o collettive, e non resta che augurarsi di poter ammirare tanti dei Bravi artisti esposti/scoperti in Fiera alla prossima Biennale di Venezia 2024.

Roberto Brunelli, collezionista e autore di Anninovanta 1990-2015. Un percorso nell’arte italiana, Gli Ori Editori Contemporanei.

Cornetto al cioccolato!

CagliariArtMagazine riparte da qui, da un blog connettivo, dopo numerosi attacchi Hacker, riparte da zero, a tal proposito cominciamo subito:

Cosa ho sognato ieri notte?

D’essere in giro a Cagliari con una mia seconda di quest’anno, con una studentessa che a un certo punto, m’offriva un cornetto al cioccolato, che accettavo e mangiavo.

Col tempo annotandomi i sogni, sto anche codificando gli archetipi, la studentessa in questione, è persona di grande fiducia e affidabilità, nel mondo onirico come in quello reale.

Non mangio cornetti al cioccolato, ma chiaramente il linguaggio dei sogni e fondato su archetipi collettivi da leggere in chiave simbolica:

Cosa vorrebbe dire il cornetto al cioccolato?

Affrontare problemi che richiederanno molto, assorbiranno l’attenzione e necessiteranno di parecchio controllo emotivo.

Altra interpretazione è l’esperienza di alcuni scontri nelle relazioni amorose o tra amici.

Devo rimanere calmo durante questo periodo per evitare grandi lotte e rotture.

Sognare di mangiare cornetto al cioccolato indica un ruolo fondamentale in un importante progetto imminente, necessita restare lucido anche nella foga del momento.

Serve analizzare attentamente ogni strana situazione che può presentarsi durante il giorno.

Non dimenticare di passare un tempo con la tua famiglia.

Non lasciarsi mettere sotto pressione da niente e nessuno.

P.S. CagliariArtMagazine come esisteva prima non esiste più, ora è un blog personale, che si prefigge d’indagare i significati simbolici, alchemici, esoterici e onirici dell’arte contemporanea.

mimmodicaterino@cagliariartmagazine.it